RITA MASCIALINO: SPUNTI DI TEORIA DELLA TRADUZIONE DEL TESTO LETTERARIO’
RITA MASCIALINO: SPUNTI DI TEORIA DELLA TRADUZIONE DEL TESTO LETTERARIO
In questa Sezione viene affrontato il tema della traduzione del testo letterario non sulla base dell’ Ipotesi Pragmatica di Peirce e sostenitori, bensì sulla base dell’ Ipotesi Spaziale di Rita Mascialino che non è un’ipotesi a favore della libera interpetazione soggettiva del significato delle opere letterarie, artistiche e filosofiche, bensì sostiene un Metodo favore dell’analisi semantica sulla base del testo delle opere, analisi contraria con qualsi invenzione del significato delle opere. Queste di fatto hanno il loro significato oggettivo senza che esso debba essere lasciato alla soggettività degli interpretti, dei fruitori. La Sezione accoglierà quindi studi sulla traduzione e traduzioni di testi letterari di Franz Kafka sempre in comparazione con altre traduzioni esistenti, ma anche di testi letterari di altri autori.
L’idea di base riguarda il dato di fatto, non sempre condiviso malgrado la sua apparente ovvietà, secondo il quale per eseguire la traduzione di un testo letterario occorre avere capito il testo e secondo il quale è possibile capire il testo nell’oggettività che lo contraddistingue. Si può e si deve pertanto evitare, secondo la Mascialino, di inventare traduzioni che altro non sono che pragmatiche proiezioni della soggettività, dell’individualità e della personalità del traduttore, dello studioso che compie l’atto del tradurre, esattamente come vuole il Pragmatismo, mentre non hanno attinenza alla mente, alla personalità, alla soggettività degli Autori, che è la base oggettiva a monte del significato delle opere stesse. Alcuni ritengono che non esista il testo originale, in quanto varie sono le stesure delle opere e gli Autori possono cambiare le proprie idee. Certo, ma il testo che l’Autore ha scelto quale testo suo originale va valutato e quindi interpretato in tal senso, ossia la ricerca della sua semantica è quanto interessa la Teoria della Traduzione di Rita Mascialino e la realtà della presenza del fenomeno dell’immaginazione letteraria e artistica in generale. Tale realtà della fantasia espressa in opere: brevi, brevissime o lunghe e lunghissime, è quanto è oggetto della ricerca semantica, per la quale la Mascialino ha ripreso il fulcro ideologico del grande Umanesimo Italiano originario, aggiornandolo con i conseguimenti più recenti in ambito soprattutto di neurofisiologia ed evoluzione, come appunto nel suo ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’.
Rita Mascialino è certa, per quanyto attiene alle sue indagini, che il significato linguistico come pure intralinguistico si possano capire su base oggettiva uscendo dall’invenzion e soggettiva del significato e se ne possano rendere le sfumature semantico-emozionali più sottili, questo senz’altro al meglio in lingue di uno stesso ceppo o di ceppi affini. Si legge un testo letterario per capire il suo significato, motivazione di cui non va esente neppure il più distratto lettore d’evasione. Secondo il giudizio della Mascialino è più facile e sbrigativo inventare i significati piuttosto che identificarli e spiegarli, certo è più facile, meno faticoso, anzi per nulla faticoso, ma non è lavoro scientifico, non conduce a nulla e serve solo a distorcere l’identità artistica degli autori, non di rado a divulgarne un’immagine riduttiva, serve a divulgare l’equivoco sulle loro opere, così che chi legge una traduzione legge in realtà un’opera che non rappresenta il mondo immaginifico, concettuale e simbolico proprio dell’autore originale, ma quello del traduttore.
Nel volume (1996) Studio sulla traduzione letteraria (Udine, LNB LaNuovaBaseEditrice) ed in numerosi altri studi sempre dotati di spiegazioni dettagliate Rita Mascialino espone il suo giudizio sulla traduzione e tratteggia la sua teoria in proposito.
