2024 RASSEGNA PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®XVIII Ed. DISEGNO ARTISTICO
Con il Patrocino del
Comune di Udine
COMITATO DEL ‘SECONDO UMANESIMO ITALIANO ®’
PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®
per il DISEGNO ARTISTICO
XVIII Edizione 2024 online
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Rassegna XVIII Edizione 2024 online ‘Premio Franz Kafka Italia ®’
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In continuità con la prassi adottata in seno al ‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ a partire dall’anno della Sua fondazione 2011 non vengono pubblicati dal Comitato sul sito www.franzkafkaitalia.it, né altrove, i Diplomi e le Motivazioni, lasciando così ai singoli Vincitori la decisione in merito.
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Fotografia: 10 febbraio 2024
STUDIO FOTOGRAFICO VALENTINA VENIER
Via Grazzano 38 – 33100 Udine UD – 345 346 3650
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In onore e memoria di
FRANZ KAFKA
(Praga 1883 – Kierling Vienna 1924)
Uomo di straordinaria eccellenza letteraria
Uomo di straordinaria intelligenza
Uomo di straordinaria bontà
Immagine: laciviltacattolica.it/
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Omaggio di Rita Mascialino a FRANZ KAFKA
Rita Mascialino, Un sogno di Franz Kafka. Dalla Lettera a Felice Bauer del 17 novembre 1912. (S. Fischer Verlag D 1970: FRANZ KAFKA GESAMMELTE WERKE: Herausgegeben von Max Brod: Briefe an Felice, 101)
“(…) Vorgestern in der Nacht träumte ich zum zweiten Mal von Dir. Ein Briefträger brachte mir zwei Einschreibebriefe von Dir (…) Gott, es waren Zauberbriefe: Ich konnte soviel beschriebene Bogen aus den Umschlägen ziehn, sie wurden nicht leer. Ich stand mitten auf einer Treppe und mußte die gelesenen Bogen, nimm es mir nicht übel, auf die Stufen werfen, wollte ich die weiteren Briefe aus den Umschlägen herausnehmen. Die ganze Treppe nach oben und nach unten war von diesen gelesenen Briefen hoch bedeckt und das lose aufeinandergelegte, elastische Papier rauschte mächtig. Es war ein richtiger Wunschtraum (…)”
“(…) L’altro ieri notte ho sognato di Te per la seconda volta. Un postino mi portava due Raccomandate da parte Tua (…) Dio, se erano lettere magiche: per quanti fogli scritti potevo tirare fuori dalle buste, esse non si svuotavano. Stavo in piedi in mezzo a una scala e dovevo, non prendertela con me, buttare sui gradini i fogli già letti se volevo togliere le altre lettere dalle buste. Tutta la scala veniva completamente ricoperta in alto e in basso da queste lettere lette e la carta ammassata in disordine sobbalzava avanti e indietro stormendo potentemente. Era un vero sogno di desideri impossibili (…)” (Traduzione di Rita Mascialino)
Nel sogno notturno Kafka stava in mezzo a una scala per scendere o salire – scala che nel contesto ha evidentemente valenza solo sul piano simbolico-metaforico –, sulla quale buttava i fogli già letti delle lettere di Felice, ciò che doveva fare per poter proseguire nell’estrazione dell’inesauribile quantità di fogli dalle buste i quali ricoprivano ormai completamente la scala andando a finire sopra e sotto in base ai lanci di Kafka, che chiede dunque a Felice di non prendersela se è stato costretto, nel sogno, a buttare i fogli sugli scalini, in quanto questo era una necessità per poter cercare di estrarre e leggere gli ulteriori infiniti fogli. Dobbiamo dire che Kafka, con la sua ricchissima padronanza del tedesco, sua lingua materna, nonché con la straripante e irrefrenabile immaginazione creativa di qualità più unica che rara, avrebbe – con estrema facilità – potuto scegliere non un’altra forma, ma molte altre forme linguistiche più rispettose verso le missive dell’amata pur dovendosene liberare nella speciale circostanza, questo se solo avesse voluto. Evidentemente come dall’uso del verbo werfen, buttare, e appunto dalle quasi scuse di Kafka per la sua azione non elegante e non benevola. Quasi scuse perché, nel contesto, esse servono a sottolineare ironicamente il contrario, ossia il volontario senso negativo dato all’azione. Dalla spazialità generale dello scenario onirico e dalla sottile ironia kafkiana deriva che le lettere non solo non fossero così numerose e non soddisfacessero le attese affettive di Kafka, ma anche, soprattutto e comunque, che impedissero il suo movimento libero sulla scala, bloccandolo a metà strada, in pieno stallo, incapace sul piano concreto e psicologico di salire o scendere andandosene. In altri termini: stallo a causa delle lettere – più o meno banali e più banali ancora perché inviate come Raccomandate, come qualcosa di prezioso dunque nel sogno, a detta di Kafka che a fronte della preziosità le butta via –, dunque a causa delle lettere di Felice che le scriveva tenendo in piedi un legame non proprio soddisfacente per Kafka. Una piccola lancia spezzata a parziale discolpa di Felice: certo non era facile in generale per nessuno soddisfare le attese di un tale uomo straordinario, che anche oggi conserva la sua personalità così complessa da apparire indecifrabile, apparire, non essere. Tornando all’analisi, chiude il pezzo il sintagma ein richtiger Wunschtraum, tradotto qui con un vero sogno di desideri impossibili, sintagma riferibile a una doppia irrealtà: quella del vero sogno, come se un sogno, in un gioiellino di kafkiana ironia, fosse vero come sogno e quindi, in quanto tale, non fosse vero, ossia non avesse nessuna realtà o verità nella vita concreta; inoltre quella dei desideri impossibili o irrealizzabili, i quali in quanto tali non possono avere alcuna realtà se non quella del desiderio o sogno appunto. Sogno e desiderio irrealizzabile di Kafka relativo alle lettere di Felice magari non così lunghe e frequenti come Kafka avrebbe desiderato nella sua totale solitudine interiore, nonché a lettere di sentimenti appassionati dei quali Felice verosimilmente non era capace, ma anche relativamente al proprio desiderio irrealizzato, all’epoca, di togliersi la opprimente impasse rappresentata da Felice nella sua vita e dal sentimento modesto, sebbene sincero da essa rappresentato e comunque non consono alle aspettative kafkiane – solo lo scatenamento della più spaventosa tisi diede a Kafka la forza di scendere la scala e lasciare così per sempre la fidanzata e i sogni di semplice quanto borghese vita affettiva che essa poteva offrirgli, irrealizzati e ormai irrealizzabili in ogni caso.
Per concludere il cenno analitico, giunge adesso una delle tante condensazioni semantiche o polisemie tipiche del criptico e letterariamente meraviglioso linguaggio kafkiano capace di schiudere orizzonti psichici inusitati quanto stupendi. Vediamo soltanto uno dei preziosi di natura linguistica presenti nel complesso testo citato, non potendo appunto occuparci di tutti gli altri qui nel breve spazio. Improvvisamente dunque le lettere da Raccomandate diventano semplici fogli per poi tornare ad essere lettere e infine essere qualificate come Papier, carta, un singolare neutro, dove la posta ha perso del tutto lo status importante di lettera per divenire solo carta – associabile, implicitamente, a carta straccia, dissolta, in associazione con il contesto del buttare via.
Ma anche la perdita di status onorevole ha sempre o talora qualche vantaggio e nel caso kafkiano ne ha in uno impagabile. Il cambio di vocabolo da lettera a carta permette – nel contesto di carta scritta – la presenza anche di significati diversi da quello delle lettere di Felice e delle proprie, in una quanto mai criptica polisemia. Il cambio consente a Kafka di inserire in tale carta non solo le proprie lettere a Felice inutili come quelle della fidanzata, bensì anche i propri scritti, buttati sulla scala anch’essi credendo di liberarsene, i quali tornano sempre da lui come ammassandosi in un movimento elastico. Per chiarire: andando avanti e indietro come in una molla, elasticamente, così che sono essi stessi, dopo aver dato a Kafka l’illusione di essere stati buttati via come le inutili lettere, a sconfiggerlo nel suo quanto mai intenso desiderio di vita concreta contribuendo massicciamente a bloccarlo anche e forse soprattutto da parte loro sulla scala tenendolo, per motivi diversi dalla relazione con Felice, lontano da un esistere non solo mentale, bensì in carne e sangue. Vita concreta cui Kafka anelava profondamente venendo tuttavia sconfitto dalla sua stessa straordinaria immaginazione letteraria, più forte di qualsiasi richiamo vitale nel senso testé accennato. In ulteriori altri termini: scritti suoi buttati via per esserne libero e poter vivere una vita concreta, che per così dire restano sulla scala ad impedirgli di vivere concretamente, più forti del suo desiderio di vita. Un desiderio doppiamente irrealizzato e irrealizzabile in quello che è, polisemicamente, un vero sogno, come tale pertanto privo di verità, di realtà, in tal senso un vero sogno di desideri impossibili a realizzarsi.
Pezzo arduo a comprendersi – e di conseguenza a tradursi –, ma non impossibile a penetrarsi, la lingua tedesca è fatta per esprimere chiarezza e anche i labirintici ed elegantissimi giochi semantici di Kafka sono chiari o possono essere chiariti, si fa per dire.”
Rita Mascialino
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Rita Mascialino, (2024) Vincenzo Piazza: ‘Un sogno’. Incisione (95×158), 2007. Recensione.
L’importante Incisione di Vincenzo Piazza intitolata Un sogno (95×158, 2007) illustra il sogno di cui Kafka narra nella lettera del 17 novembre 1912 alla fidanzata Felice e di cui è stata realizzata una breve analisi e interpretazione (Mascialino 2024) come più sopra. L’Incisione di Piazza mostra due immagini collegate da una lettera: da un lato sta la scala con i fogli che si ammassano e dall’altro stanno i fogli ormai sempre più ammassati sui quali domina l’ombra di Franz Kafka, ombra quale presenza Leitmotiv dell’arte di Piazza relativamente a Kafka come evidenziato nell’Introduzione e Presentazione della Mostra Virtuale Personale ‘La narrativa di Kafka in immagini’ concernente nove opere di Kafka, di cui nel Video YouTube del Centenario 2024 (Mascialino), ombra come metafora della presenza eminentemente psichica, impalpabile quindi, non fisica in carne ed ossa, dell’essenza di Kafka scrittore nella quale consisteva soprattutto la sua personalità. Non uomo concreto dunque, ma ombra, la quale sovrasta le lettere alle quali Kafka volge le spalle dopo la lettura, in quanto disinteressato propriamente ad esse, per lui non soddisfacenti. Le lettere della fidanzata scendono e si ammucchiano sulla scala partendo da una sorta di porta o apertura che lascia entrare un fascio di luce bianchissima e con essa le lettere. Alle spalle e intorno sta una notte oscura, dove l’unica luce appare quella emanata dalla speranza di felicità che esse recano con sé e vorrebbero suscitare nella mente di Kafka. Alla loro partenza, al loro invio, sono chiare e paiono quasi fiori bianchi nell’Incisione di Piazza, per trasformarsi in fondo alla scala in fogli scritti dispersi inutilmente. Il fatto che esse non blocchino l’ombra di Kafka sulla scala nell’Incisione esprime al meglio il non reale interesse di Kafka per la relazione con Felice.
Vincenzo Piazza evidenzia nella sua Illustrazione, semanticamente molto efficace e accuratissima nella realizzazione di insieme e dettagli, la totale solitudine di Kafka e il suo rifiuto per le lettere della donna, per la relazione stessa. Si tratta di un Kafka-ombra rivolto in ogni caso, come appare dalle immagini, solo a una esistenza spesa nella scrittura, nella lettura, non negli affetti, dato che, alla luce che portano o potrebbero portare, alla fine il Kafka di Vincenzo Piazza volta significativamente le spalle egli stesso, in pieno accordo con il sogno in questione.”
Rita Mascialino
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Stampa da Disegno Artistico (2024) Il cavallo nero*dell’Artista Esclusivo del
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’
FABRIZIO NICOLETTI
(Tivoli RM-I)
conferita ai Vincitori del ‘Premio Franz Kafka Italia ®’
*Opera dal titolo Il cavallo nero a firma dell’Artista Fabrizio Nicoletti come omaggio a Franz Kafka su ispirazione riferita all’esegesi innovativa di Rita Mascialino (1996 e segg.) relativa alla metamorfosi in cavallo nero identificata nel racconto di Franz Kafka Der plötzliche Spaziergang (2012), La passeggiata improvvisa.
Fabrizio Nicoletti:
-Premio Franz Kafka Italia ®’ all’Immaginazione XVII Ed. 2024.
-Primo Premio al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024.
Mascialino, R., (2024) Fabrizio Nicoletti, ‘Il cavallo nero’. Tecnica: mista in carboncino, acquarello e tempera. Recensione.
“Il Disegno Artistico dell’Architetto Fabrizio Nicoletti intitolato Il cavallo nero, realizzato in stile surrealista con tecnica mista a carboncino, acquarello e tempera su cartoncino, evidenzia l’eccellente padronanza nelle due arti sia per la geometria dei tracciati, sia per la raffinata stesura delle sfumature cromatiche. L’opera si riferisce al celebre racconto di Franz Kafka Der plötzliche Spaziergang, La passeggiata improvvisa (1912) come omaggio dell’Artista a Kafka sulla base dell’esegesi innovativa del racconto da parte di Rita Mascialino (1996 e segg.) relativa all’identificazione della metamorfosi in cavallo nero implicita al testo kafkiano. La rappresentazione di tale metamorfosi nel passaggio dal testo di parole alla condensazione portata dall’immagine è interpretata con impatto artisticamente originale da Nicoletti: mentre in Kafka dominano le tenebre al punto che non si distinguono i contorni dell’animale che si sta ergendo nella sua vera forma dall’oscurità della notte attorno ad esso così che l’evento si verifica nel buio più totale – immagine kafkiana non riproducibile in un ambito visivo concreto e solo per così dire di casa nell’ambito delle immagini mentali dove tutto è possibile –, nell’opera di Fabrizio Nicoletti è presente uno sfondo bianco, riservando il nero alla imponente coda del morello e ai capelli di colui che si sta trasformando, quasi essi siano un gentile inizio di criniera. Di profonda risonanza semantico-emozionale risulta la scelta estetica di dare alla metamorfosi l’impronta della scomposizione angolata di eco cubista come essa avvenisse a pezzi da armonizzare in linee morbide successivamente, particolarmente adatta ad esprimere il divenire faticoso di una fusione stilizzata e simbolica tra umano e cavallino che allude con un tocco sinistro, seppure diversamente, all’atmosfera della metamorfosi che informa la tenebrosa ideazione dell’inconscio kafkiano che appare quasi come un buco nero dalla creatività che tutto ingoi per poi ricreare la vita nell’arte. Tale kafkiana creatività si ripropone elegantemente modificata in Nicoletti, ma non in modo da non poter essere riconosciuta nella sua matrice di riferimento, nella dinamica della metamorfosi nella parte centrale e posteriore del corpo tra l’umano e l’equino, nonché anche negli arti anteriori umani e già quasi cavallini, così che il simbolico animale pare essere in procinto di introiettare ormai quanto di umano resti. A dare respiro a tale inquietante quanto emozionalmente molto suggestivo effetto estetico insito nel disegno di Fabrizio Nicoletti stanno le cromie degli azzurri e dei rosa portate dagli acquarelli in alto nello sfondo che si riferiscono a un’oscurità non totale, segno di ancoraggio ancora presente ai colori della vita non assorbiti o non assorbibili totalmente per l’Artista Nicoletti dall’oscurità per quanto foriera di estrema potenza creativa come nel completo titanismo kafkiano della metamorfosi in cavallo nero, la quale appunto in Nicoletti non abbandona del tutto sentimenti più umani.
Così nel complesso Disegno Artistico, dalla profonda semantica espressa in un’estetica finissima, di Fabrizio Nicoletti Il cavallo nero, di cui si sono esplicitati i poli più significativi riferiti comparativamente alla medesima metamorfosi in Kafka.”
Rita Mascialino
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Cenni biografici relativi a FABRIZIO NICOLETTI Artista Esclusivo del Premio, su gentile Autorizzazione dell’Artista stesso alla pubblicazione:
“Fabrizio Nicoletti (Tivoli RM-I), di grande creatività e sensibilità artistica, è Architetto su conseguimento di Laurea Triennale in ‘Tecnica di progettazione del Paesaggio e dei Giardini’ e Laurea Specialistica Magistrale in ‘Architettura del Paesaggio’ presso l’Università degli Studi ‘La Sapienza’ di Roma. Sulla base della conoscenza delle più varie tecniche come gli sono note dai suoi studi accademici specifici, è rinomato Illustratore artistico di diverse opere letterarie, nonché del Manuale ufficiale per la dispensa didattica del Corso di Formazione per ‘Soccorritore Aeroportuale Vigili del Fuoco’, ambito in seno al quale espleta anche la sua professione di Vigile del Fuoco prestando servizio in via operativa diretta presso numerosi Distaccamenti, già con intervento straordinario di supporto alle vittime del terremoto dell’Aquila nel 2009. Ha al suo attivo diverse Mostre d’Arte personali presso importanti Gallerie nazionali ed è risultato Finalista nel Concorso Mondiale della NASA per l’ideazione di un Logo. Partecipa annualmente alla ‘Mostra Integrazione’ con i ragazzi psichiatrici e diversamente abili di vari Istituti, tra cui l’Istituto Don Orione di Roma. Collabora con interventi grafici alla Rivista online remusic.it. Accanto all’impegno lavorativo e nelle arti visive, segue Corsi per l’ammissione al Biennio Superiore del Conservatorio in chitarra classica, che suona in vari Istituti e Teatri. Accompagna musicalmente le presentazioni di scrittori e poeti, con repertorio dai chitarristi classici a Fryderyk Chopin tra gli altri. Compone improvvisazioni musicali di ideazione personale. Dal curriculum di Fabrizio Nicoletti si evince come la sua esistenza si esplichi tra i due poli principali rappresentati dalla tensione al volontariato – come la sua stessa professione di Vigile del Fuoco lascia indirettamente intuire per l’immancabile sostegno dato dalla volontà di aiutare il prossimo quando in situazioni estreme di rischio della vita – e all’arte visiva e musicale, una vita dunque che Fabrizio Nicoletti spende precipuamente per il bene del prossimo e per il polo più fine della personalità umana: l’Arte.”
Rita Mascialino
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VINCITORI
XVIII ED. 2024 online
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A FABRIZIO NICOLETTI (Tivoli RM-I) Artista Esclusivo del Premio Franz Kafka Italia ®
è stato conferito il PRIMO PREMIO al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Fabrizio Nicoletti, (2024) Il cavallo nero (vedi Recensione sopra).
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A OSVALDO CROTTI (Almenno San Bartolomeo BG-I) è stato conferito il
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Osvaldo Crotti, Torero ragazzino
Mascialino, R., (2024) Osvaldo Crotti: ‘Torero ragazzino’. Tecnica: china colorata. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“Torero ragazzino, Disegno Artistico di Osvaldo Crotti, eseguito in inchiostri di china accesamente colorata, mostra un tracciato molto esperto e dinamico che coglie efficacemente un momento importante della corrida, quando il torero sta per uccidere il toro accerchiandolo con movimenti elegantemente volteggianti del corpo nonché denotanti vigore e, data la vicinanza al toro, coraggio. I colori festosi del costume del giovane torero e il rosso della muleta che nasconde la spada si uniscono per contrasto alla sagoma scura del toro dalle cui ferite fuoriesce il sangue, come segno della vita che comunque ha già iniziato ad abbandonare l’animale, il tutto in un effetto estetico emozionalmente molto intenso. Si intravede parzialmente l’espressione del volto del torero pienamente consapevole del pericolo che corre affrontando il toro che, sebbene indebolito dalle ferite, conserva ancora una potente energia che può essere facilmente mortale per l’uomo, da ciò la massima attenzione del giovane torero alle rapide mosse del toro in corsa e ai propri movimenti che devono sapere abilmente evitare qualsiasi errore nella valutazione della spazialità del combattimento, come Crotti ha messo in evidenza nella magnifica postura dell’audace ragazzino in pieno controllo psicofisico delle proprie azioni. Certo la scena è violenta e cruenta, come nella scelta dell’Artista, ma ciò altro non fa che esaltare in una massima eccitazione l’unione di vita e morte in quello che Osvaldo Crotti ha dipinto magistralmente come un passo di danza macabra dei due maschi assieme alla presenza implicita della morte aleggiante tra i due combattenti nella loro estrema lotta per la vita, sia il toro che il Torero ragazzino, che vivono entrambi la più intensa emozione che può dare l’estetizzazione artistica del concreto rischio della vita.”
Rita Mascialino
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A FADI NASR (Libano) stato conferito il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Fadi Nasr, L’amore è così
Mascialino, R., (2024) Fadi Nasr: L’amore è così. Tecnica: matita e grafica digitale. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“L’amore è così, Disegno Artistico di Fadi Nasr, è realizzato con tecnica mista di matita nera per tutto ciò che ha un contorno e di due colori digitali con ombreggiatura appena accennata, rosso per la sagoma dell’uomo, bianco candido per quella della donna, di cui anche il cuore bianchissimo quale segno di totale purezza è, in una metafora che appare molto concreta, nelle mani rosse dell’uomo che lo possiede, ossia lui infuocato di rosso eros, lei come bianca colomba dal cuore puro stretta nelle sue braccia e mani amorevoli, possessive, quasi l’amore per lei consista nell’aver dato o nel dare lei a lui il proprio cuore, il proprio amore – come è palese, la donna, con il proprio braccio sinistro, comunemente inteso come braccio del cuore, chiuso nell’abbraccio maschile, altro non fa che tenere stretto a sé il medesimo braccio sinistro dell’uomo in assenso ad essere sua nell’affetto, nell’amore, che essa contraccambia nel medesimo modo esclusivo. Il braccio destro della donna invece, il braccio dell’azione, esce dalla stretta maschile e si ripiega su se stesso a rivendicare la libertà d’azione che spetta a se stessa – questo per quanto comunica l’opera di Fadi Nasr. Ciò in una simbologia molto forte, metafora di un amore all’antica e di tutti i tempi nella visione del mondo dell’Artista espressa in un disegno che stilizza due esseri umani senza tratti identitari, scelta che rende universale l’orizzonte semantico in cui sono collocati. Fadi Nasr estende dunque nel contesto del suo bel disegno il suo personale concetto dell’amore come amore universalmente inteso – vedi l’affermazione categorica espressa anche nel titolo –, non solo suo amore individualmente inteso quindi, ma dotato di senso assoluto e per altro, ad esempio, anche per Leopardi i sentimenti, soprattutto quelli collegati all’eros, erano assoluti. Ma Fadi Nasr permette alla donna di avere il suo spazio libero come la postura del braccio destro rivela nel contesto del simbolico disegno che la vede comunque chiusa nell’abbraccio maschile. In altri termini: mentre il braccio sinistro della donna, stretto in quello dell’uomo, conferma il suo assenso all’essere posseduta dall’amato, il braccio destro abbraccia per così dire se stessa, non l’uomo, segno di un desiderio di libertà della donna dal possesso dell’uomo – come l’uomo di Nadi Fasr concede pur sempre tenendola quasi del tutto stretta con le sue braccia amorevoli –, donna che, se al contrario con la postura di entrambe le braccia imprigionate nell’abbraccio dell’uomo, sarebbe altrimenti in totale sottomissione. Tutto ciò nel molto profondamente simbolico disegno di Fadi Nasr L’amore è così che entra in medias res nell’attuale relazione tra maschio e femmina, come l’Artista mette in evidenza dando con il suo disegno la sua soluzione al problema.”
Rita Mascialino
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A ELENA SERRANI (Borgomanero NO-I) è stato conferito il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
al ‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Elena Serrani, Un’impossibile evasione
Mascialino, R., (2024) Elena Serrani: Un’impossibile evasione. Tecnica: matita e acquarello. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“Un’impossibile evasione, Disegno Artistico di Elena Serrani realizzato in tecnica mista di matita e inchiostri colorati, nonché acquarello tracciati e stesi su carta, offre in una immagine efficacemente simbolica di tipo realistico una rappresentazione double face. In una prima prospettiva semantica c’è un insetto tenuto prigioniero tra due dita in modo tale che non possa più liberarsi, questo visto il titolo generico e generale, che suggerisce la prospettiva testé delineata, mentre l’acquarello multicolore dello sfondo per le più belle e libere cromie della vita è inaccessibili per sempre – l’evasione è impossibile – all’insetto imprigionato. In altri termini: il minore non può vincere sul maggiore che può avere la meglio su di lui, come è esplicito nell’immagine perché l’insetto è tenuto prigioniero tra il pollice e l’indice di una mano, nella cosiddetta tenaglia, che rafforza il concetto dell’impossibilità di evadere. L’altra prospettiva è quella data dall’associazione del disegno e del titolo al celebre scarafaggio kafkiano e attraverso tale associazione anche dal più vasto universo umano: nell’associazione al racconto La metamorfosi di Kafka, dove apparentemente la prepotenza del più forte vince comunque sul più debole, si apre un sipario più ampio che dall’individuale offre la visione sul diverso, il meno accettato o anche il rifiutato il quale può non solo essere il minore, ma anche e soprattutto essere – nel caso esemplificato dal racconto kafkiano – il più intelligente, l’invidiato per la sua irraggiungibilità dai veri minori che sarebbero o sono i prepotenti, capaci tuttavia di rendere non realizzabile l’evasione dalla loro morsa.
Complesso nella sua simbologia, oltre che perfetto nell’esecuzione, il Disegno Artistico Un’impossibile evasione di Elena Serrani comunica, tra l’altro, una delle problematiche più pesanti nella vita sociale dell’uomo in generale, ossia quella della relazione con il diverso.
Rita Mascialino
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A AMALIA TESTA (San Severo FG-I) è stato conferito il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Amalia Testa, Baciato dal sole
Mascialino, R., (2024) Amalia Testa: ‘Baciato dal sole’. Tecnica: Grafica Digitale. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“Baciato dal sole (2019), Disegno Artistico astratto di Amalia Testa, è realizzato con abilissima tecnica digitale nelle più varie cromie dove spicca il rosa intenso fino anche alle tonalità del magenta, variamente modulato e ombreggiato assieme a toni della luce dorata con cielo sereno e nubi rosa nel cielo azzurro, nonché altre tonalità di luce e ombre che fungono da corollario ad una metaforica aurora variopinta sul mondo baciato appunto dal sole che irradia luce come un prezioso e potente diamante cosmico. Nella parte inferiore del disegno emerge una forma curva che allude alla Terra piena dei colori della vita esaltati dai raggi solari. Osservando l’immagine nelle linee della sua spazialità globalmente intesa si apre un ulteriore e più profondo scenario a livello simbolico. Il sole si pone allora come fonte straordinaria di vita che orna la forma di un seno femminile facente parte di una figura femminile come si evince dal cinto stretto che si allarga successivamente in una forma tondeggiante come un bacino, una parziale figura femminile stilizzata sullo sfondo dello spazio infinito con il sole irraggiante vita dal suo seno e con un bacino fecondo anch’esso di vita. Allora, in questa prospettiva esegetica spaziale, la figura femminile – o la donna – porta la vita nella Terra in una più che mai fertile unione al cosmo intero. Un’aurora al femminile, un mondo rappresentato dal femminile Baciato dal sole: la donna, vestita a festa di sfarzose luci e cromie variopinte come l’aurora che sorge, fa tutt’uno con l’irraggiamento del sole quale prezioso ornamento del suo seno che nutre la vita sulla Terra e ne porta ovunque la notizia.
Così nella simbolica – ed esteticamente magnifica – fusione dei piani semantici raffigurati magistralmente a livello estetico da Amalia Testa nel suo Disegno Artistico Baciato dal sole.”
Rita Mascialino
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A EUGENIU TIBIRNAC (Repubblica di Moldavia) è stato conferito il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Eugeniu Tibirnac, Lo scarafaggio kafkiano
Mascialino, R., (2024) Eugeniu Tibirnac: ‘Lo scarafaggio kafkiano’. Tecnica: Grafite e acquarello. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“Lo scarafaggio kafkiano, Disegno Artistico di Eugeniu Tibirnac è realizzato con somma maestria sia nel disegno tracciato con pennino che nella stesura dei colori ad acquarello nelle diverse misture e sfumature del marrone, dell’arancio, del grigio, del blu, il tutto in uno stile surrealistico, come nell’illustrazione di una fiaba incentrata sull’incantesimo operato da uno scarafaggio gigante dall’espressione di un mago malvagio. Nel cielo di Praga, nell’originale interpretazione del racconto kafkiano data da Tibirnac, incombe dunque questo speciale insetto dalle cui zampe sono catapultati sulla città umani apparentemente sfuggiti alla prigionia e quasi metaforici figli generati da un padre presentato simbolicamente nel disegno come scarafaggio esso stesso, figli quali uomini defraudati di tutto – sono nudi –, impossibilitati a vivere dignitosamente. E in ogni caso gli uomini metaforicamente prigionieri di un tale insetto danno all’opera dimensione universale: non solo un uomo, un figlio, un prigioniero, Kafka maltrattato dal padre, ma l’umanità stessa. Questo similmente alla trasformazione simbolica in scarafaggio subita da Kafka nella casa paterna dove veniva sottovalutato, anche disprezzato. Una trasformazione attuata dall’esterno, nella fattispecie dal padre, secondo il termine tedesco: ‘verwandeln-Verwandlung‘ che si usa con le trasformazioni operate dal mago con la bacchetta magica e in tutti i casi analoghi, quando la trasformazione viene provocata da un agente esterno all’individuo, ossia viene subita dallo stesso che non vi si può ribellare. Molto interessante è la spazialità della città le cui prospettive appena accennate nella parte inferiore del disegno paiono una continuazione prospettica in portici e ulteriori edifici e si associano in una eco sinistra quasi a zampe dell’insetto, come se Praga si sostenesse su di esse, come fosse, per così dire, imparentata con il magico scarafaggio, quasi a sua immagine e somiglianza – anche i colori sono i medesimi sia dell’insetto che della città – o una sua proprietà, una sua creazione. Seguendo quanto offre il disegno, la città stessa partecipa, per qualche aspetto, della natura poco lieta dello scarafaggio che causa la rovina degli umani, quasi la città sia – come riteneva Kafka stesso – infausta e veramente Praga nello stupendo acquarello di Eugeniu Tibirnac Lo scarafaggio kafkiano mostra di essere in accordo con quanto ne riteneva Kafka come l’Artista ha ben raffigurato nella simbiosi con il malefico insetto.”
Rita Mascialino
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A MARIA TODESCHINI (Pieve di Cadore BL-I) è stato conferito il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Maria Todeschini, Autoritratto dietro natura morta
Mascialino, R., (2024) Maria Todeschini: ‘Autoritratto dietro natura morta’. Tecnica: matita verde muschio su cartoncino. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“L’Autoritratto dietro natura morta, Disegno Artistico di Maria Todeschini, eseguito a matita verde muschio su cartoncino ruvido, evidenzia mano esperta e accuratissima nella raffigurazione dei dettagli, nelle ombreggiature che concretamente e metaforicamente attorniano l’autoritratto. Questo risulta contraffatto dalla rifrazione dovuta al frapposto vetro della bottiglia e del bicchiere che ne danno una doppia immagine diversa, una oblunga e l’altra più tozza. Al contrario il fiore stante nella bottiglia mostra all’apparenza stelo e foglie dentro il vetro che ne ridà intatta la bellezza come ciò che ne fuoriesce, per così dire il volto del fiore integro, solo l’autoritratto dell’Artista dietro le due qualità di vetro è alterato. Uno specchio deformante dunque i tratti identitari – il vetro è metafora di un filtro dato dall’ambiente esterno nei confronti della valutazione della personalità della donna – più estesamente delle persone –, un filtro non veritiero: dove il volto viene deformato, non appare nessuna verità, ma solo la deformazione attuata dall’esterno, dagli altri. Tuttavia il titolo esplicita come autoritratto anche una svalutazione di sé: quando l’individuo si guarda fuori e dentro lo fa attraverso il filtro del proprio giudizio, della propria autostima o disistima senz’altro con l’influsso di quanto provenga dall’ambiente. Nel caso, è presente nell’immagine anche un giudizio di sé dell’Artista, che pare vedersi un po’ come gli altri la vedono, ossia subisce – o denuncia – l’influsso deprimente dell’ambiente esterno su di sé. La citazione della natura morta e la poca letizi del verde muschio nel contesto speciale non alleggeriscono per altro l’atmosfera in cui si situa la semantica espressa nell’opera relativamente al giudizio e all’influsso possibile degli altri. Autosvalutazione solo nella prospettiva testé delineata però, in quanto il magnifico fiore che sta dentro il vetro protetto dalle rifrazioni all’esterno risulta metafora del più profondo e vero autoritratto dell’Artista, conservato integro e positivo nella bottiglia, un fiore che evita e sovrasta ogni alterazione. In altri termini: in questa doppia prospettiva di osservazione la deformazione è data dall’esterno, dagli altri, mentre l’autoritratto, al di là di frange corrispondenti all’ambiente, si esprime all’insegna dell’autostima all’interno del proprio ambiente protetto.
Molto interessante questo Autoritratto dietro natura morta di Maria Todeschini non solo per l’indubbia perfezione e bellezza intrinseche al disegno, ma anche per la componente di forte e anche spietata critica sociale riferita alla deformazione che non di rado acquisisce la personalità del singolo esposta al giudizio sconsiderato del prossimo, degli altri, capaci di demolire la persona, qualora invidiata e calunniata – la deformazione attuata dall’esterno, dal vetro, non dice la verità della persona vista attraverso di esso.
Rita Mascialino
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A CORRADO TRINGALI (Catania CT-I) è stato conferito il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Corrado Tringali, Kafka & Praga
Mascialino, R., (2024) Corrado Tringali: ‘Kafka & Praga’. Tecnica: mista in grafica digitale, programmi di A.I. e fotografie. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“Kafka & Praga, Disegno Artistico di Corrado Tringali, è eseguito con grande perizia tecnica in grafica digitale e programmi di Intelligenza Artificiale, il tutto con dettagli elaborati da fotografie scattate dall’Autore. Ne risulta un’immagine piena dei colori della vita, di letizia in una Praga molto diversa da quella concreta introiettata da Franz Kafka che ne assorbì l’austera impronta architettonica non così vitale per quanto interessantissima e suggestiva come specialmente nella Praga vecchia. I capelli e più lievemente anche il volto di Kafka ripetono colori presenti nella città, come a formare un tutt’uno tra l’uomo e la stessa, ma non nella cupezza reale relativa alla circostanza esistenziale di Kafka, bensì in una città trasformata vivacemente e lietamente. Tuttavia l’espressione del volto di Kafka non è proprio allegra malgrado tutta la festosità della città che resta alle sue spalle, mentre attorno e su di lui volteggiano e si appoggiano leggere grandi farfalle variopinte nelle cromie di Praga, il corpo di due delle quali è a somiglianza di alcuni disegni di omini creati da Kafka, farfalle che paiono essere simboli per lo spirito di Kafka, mentre la dorata farfalla evoca nel corpo lo scarafaggio divenuto d’oro, prezioso come il celebre racconto. Anche nella cravatta si intravede una forma corporea di uomo che continua con la testa di Kafka, grande rispetto al fisico come grande era la sua intelligenza. Un Kafka perplesso nella nuova quanto inconsueta veste cromatica sia del suo ambiente sia di sé, non proprio in sintonia con l’allegria della città nell’inaspettato cambio di atmosfera.
Così nella creativa ed esteticamente profonda riproduzione di Corrado Tringali del binomio celebre nel mondo tra Kafka & Praga non corrispondenti propriamente a un realismo storico, ma recanti gioia di vivere a un Kafka festeggiato e sorpreso in mezzo a tanti colori offerti a lui nell’omaggio dell’immaginario artistico.”
Rita Mascialino
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Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ | Udine UD
-A LUCA ZANTA (Padova PD-I) è stato conferito il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA al
‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ XVIII Edizione 2024 per il DISEGNO ARTISTICO
Luca Zanta, C.A. View
Mascialino, R., (2024) Luca Zanta: ‘C.A. View’. Tecnica: grafica digitale e rendering con software per architettura. Premio Speciale della Giuria al ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ per il Disegno Artistico XVIII Ed. 2024: Recensione.
“C.A. View, Disegno artistico di Luca Zanta, è realizzato utilizzando un software per Architettura ed evidenziando grande abilità professionale nell’arte grafica digitale. Si tratta di una vista di una struttura labirintica in cromie di varia tonalità di grigio ideata in C.A., ossia cemento armato, completamente angolata, senza smussature qualsiasi e squarciata da una luce che pare irrompere più dal riquadro interno alla struttura e orientarsi in prospettive sin golari nell’interno che dall’esterno – l’omino cammina per altro all’ombra. L’effetto psicologico del labirinto è attraente e nel contempo angosciante, dovuto al costante pericolo, qualora si scambino i segmenti per percorsi o si sia attratti dal camminarci sopra per un inganno o trappola dell’inconscio – come il citato omino in lontananza pare aver deciso nella sua passeggiata – di inciampare e precipitare apparentemente in oscuri e stretti vuoti da cui pare risultare impossibile una eventuale risalita, come essendo inghiottiti e annientati da impliciti sprofondamenti apparentemente abissali, come negli incubi onirici più spaventosi. I fasci di luce esplodenti nell’interno dell’intrico aumentano, invece di diminuire, l’illusione ottica su cui si costruisce tale struttura senz’altro affascinante, come spesso lo sono i luoghi insoliti, capaci di incuriosire gli incauti, nella fattispecie preda dei desideri ingannevoli del genere del cupio dissolvi o desiderio di morte di paolina derivazione, per vari motivi non così raro inconsciamente anche in chi ami profondamente la vita.
Così nella rappresentazione seducente esteticamente, e quindi semanticamente, offerta dal dedaleo disegno C.A. View di Luca Zanta.”
Rita Mascialino
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Al termine di questa Rassegna, il mio riconoscente saluto va a tutti i Partecipanti, Vincitori e non, che hanno onorato il ‘Premio Franz Kafka Italia ®’ e il Centenario Kafkiano offrendo la loro pregiata attività culturale e le loro opere al festeggiamento di FRANZ KAFKA come scrittore e come uomo, come persona, ed esprimo loro
il più sentito ringraziamento!
La Presidente Rita Mascialino
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Franz Kafka 1906: laciviltacattolica.it/
Rita Mascialino
Immagine: 10 febbraio 2024
‘Studio Fotografico Valentina Venier’
Via Grazzano 38 – 33100 Udine UD
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