SEZIONE SAGGIO EDITO
Claudio Roberti è nato a Napoli, dove risiede. È laureato in Sociologia ed è riconosciuto e rinomato esperto-studioso delle disabilità, afferente freelance al Centro SinApsi dell’Ateneo Federiciano di Napoli e dirigente-referente presso varie ONG tematiche a livello nazionale ed europeo. È Peer Counselor e partecipa a progetti U.E. È saggista.
“Il saggio di Claudio Roberti L’uomo a-vitruviano – Analisi storico-sociologica (Roma: Aracne Editrice, 2011), Primo Premio Franz Kafka Italia ® 2011, presenta un’ampia e profonda analisi storico-sociologica la tematica delle disabilità, dell’uomo fuori dalla norma consueta al quale l’autore dà una collocazione nell’area dell’ a-vitruviano”, ossia del non vitruviano, ossia ancora del non perfetto. Il titolo riguarda l’uomo vitruviano di Leonardo che, nota Claudio Roberti, viene presentato come avesse quattro braccia e quattro gambe, non si presenta in realtà come perfetto. Il saggio spazia con estrema competenza nella storia delle disabilità sia dando un interessante scorcio del concetto di mostruosità nelle varie epoche a partire dalle più antiche mostrando come ancora oggi tale concetto sia in vigore in molte persone malgrado i progressi compiuti su questo fronte, progressi che l’autore riconosce e che descrive puntualmente; sia evidenziando come gli uomini a-vitruviani o mostruosi come venivano considerati un tempo e vengono ancora considerati in più di un caso abbiano dato e diano non solo piccoli, ma anche e soprattutto grossi contributi in ambito sociale ed intellettuale nei più vari campi dello scibile, delle abilità. Un libro con il quale Claudio Roberti struttura in modo dettagliatamente tecnico entro una cornice culturale tutta da godere una vasta e oggettiva panoramica sull’uomo nei suoi vari aspetti, di norma e di diversità.”
Rita Mascialino
Alberto Quoco è nato a Udine, dove risiede. È fotografo d’arte ed ha alle spalle numerose mostra personali e collettive, dove ha ottenuto numerosi primi premi. Sue fotografie sono esposte alla Artist’s Gallery di New York ed in molte collezioni pubbliche e private.
“La fotografia d’arte di Alberto Quoco, donata al Premio Franz Kafka Italia ® 2011, ritrae e ricrea nella simbologia ad esse propria tre bianche barche a vela in prospettiva che si stagliano sul mare o sull’oceano notturno dove stanno veleggiando. L’oscurità che fa loro da sfondo rimanda all’ignoto della cui esplorazione i velieri sono antico simbolo e all’audacia dell’uomo che si avventura in spazi sconosciuti affrontando il rischio ed il pericolo di vita per indagare la natura. Rimanda anche e soprattutto all’inconscio, ignoto anch’esso agli umani e giacimento preferenziale per la produzione dell’immaginazione artistica, ma anche scientifica. A prima vista potrebbe essere tutto, ma non è solo così. Se si percepisce come tali barche siano molto simili a scarpe calzanti un piede maschile, scarpe da viandante, allora anche le vele diventano sul piano associativo fornito dal cervello immediatamente altro da quello che sono nella realtà concreta che rappresentano in primo piano: viste entro la nuova prospettiva del piede umano, esse diventano arti inferiori robusti, adatti allo sforzo di lunghi ed ardui cammini. La vela che solca i mari come segno della spinta a percorrere acque infide e sconosciute è dunque equiparata in parallelo nella simbolica fotografia di Alberto Quoco al passo umano che diventa un passo, piccolo o grande che sia, comunque sempre dalle sette leghe, capace di solcare esso stesso l’ignoto simboleggiato dal nero che copre ogni cosa nota e non nota, mentre viene spinto dal vento della sua indomabile curiosità ed insopprimibile volontà di conoscere. A conferma di quanto simboliche siano le fotografie d’arte di Alberto Quoco, una notazione personale: prima ancora di individuare le tre concrete vele, avevo visto la loro simbologia profonda, quella relativa alla scarpa e all’arto umano che mi sembrava solcassero notturni mari; dunque solo dopo aver percepito la realtà astratta e simbolica dell’arto umano, ho percepito la realtà delle tre vele, ciò per testimoniare di quanto in primo piano possano essere i simbolismi catturati ed espressi dall’occhio fotografico di questo artista.”
Rita Mascialino
Gabriele Benucci è nato a Firenze e risiede a Livorno. Possiede la Laurea specialistica in Lingue , è giornalista per quotidiani come Il Telegrafo, La Nazione, Il Tirreno, anche per la Radio dove ha curato rubriche per il teatro. Già impegnato nello spettacolo con la cooperativa Theatralia di Livorno, è ora presidente dell’Associazione Culturale Acab per la produzione di spettacoli teatrali, tra cui i progetti europei Ex Voto e Mores. È saggista, autore teatrale e progettista europeo. Ha ottenuto diversi premi.
“Il saggio di Gabriele Benucci Il Cavaliere dei Cavalieri. Federico Caprilli: tra storia e romanzo (Ponte Buggianese (PT): Tipografia toscana, 2004), Secondo Premio Franz Kafka Italia ® 2011, offre un ritratto storico e psicologico di Federico Caprilli, il militare dell’Arma della cavalleria nel primo Novecento. Caprilli innovò il modo di cavalcare facendo progredire l’arte dell’equitazione con il suo Sistema Naturale di Equitazione. Soprattutto, fu lui che introdusse un nuovo e diverso rapporto tra cavaliere e cavallo, più armonioso, più consono a favorire il procedere del cavallo in terreni impervi: ad esempio fra le altre innovazioni, mentre fino ad allora, nelle discese, al cavallo proteso in basso ed in avanti corrispondeva un cavaliere che si teneva in direzione opposta, ossia proteso verso il retro pensando con ciò di fungere da stanga equilibratrice del movimento del cavallo, Caprilli oppose una nuova postura del cavaliere, il quale doveva al contrario seguire la postura del cavallo il più possibile e protendersi anch’egli in avanti, ciò che, nella fattispecie, avrebbe agevolato il moto dell’animale nella discesa. Caprilli propose in generale un nuovo tipo di rapporto tra fantino e cavallo che risultarono vincenti e si imposero nell’arte di cavalcare restando validi anche oggi. Gabriele Benucci dà un pregnante profilo psicologico di Caprilli evidenziandone il genio e la sregolatezza, la non tranquilla osservanza del conformismo imperante, ciò che gli impedì di avere il successo meritato ed in ogni caso di conservare quello che gli fu comunque tributato. Viene presentata anche la sua drammatica caduta da cavallo per la quale sorsero sospetti che non portarono comunque a nulla di concreto, ma che gettarono e ancora gettano la loro ombra sulla fine di Caprilli.”
Rita Mascialino
“La fotografia d’arte di Alberto Quoco donata al Premio Franz Kafka Italia ® 2011 presenta un gioco di luci di grande effetto basato sull’illuminazione di due tubi metallici tenuti lateralmente da braccia umane, il tutto su sfondo scuro, il quale aumenta l’effetto dei tratti luminosi ed inoltre pone le immagini sullo schermo tipico delle immagini oniriche, quando escono nel sonno dal più arcaico mandalà dell’inconscio, il cerchio orientato dalla forma angolata del quadrato in esso contenuta. Le braccia non si individuano più con realistica chiarezza e neppure i tubi di metallo, di loro è rimasta in primo piano la trasfigurazione dovuta alla particolare inquadratura ed enfatizzazione della luce, così che l’oggetto concreto ha perso la concretezza per mostrare la sua nuova impalpabile forma fatta di raggi di luce di diversa intensità e di ombre che si intersecano e reduplicano, si sovrappongono. È come se fosse stato fotografato uno schema energetico della realtà, come può essere visto da un diverso punto di osservazione, da un diverso organo per così dire, da un occhio non più umano o non più solo umano, ossia dall’occhio umano di Alberto Quoco e dall’occhio tecnologico fornito dalla sua macchina fotografica magistralmente manovrata nelle sue potenzialità dalla mano dell’artista, maestro dei più simbolici giochi di luci ed ombre.”
Rita Mascialino
Emiliano Sarti è nato a Lucca dove risiede. Laureato in Lettere Classiche e diplomato in Scienze Religiose, è docente di greco e latino al Liceo Classico Machiavelli. Ha pubblicato diversi saggi di argomento letterario.
“Il saggio di Emiliano Sarti Amore e morte nella lirica greca (Massarosa (Luycca): Marco Del Bucchia Editore, 2010), Terzo Premio Franz Kafka Italia ® 2011, tratta con ricchezza di dettaglio e sintesi panoramica la presenza dell’amore e della morte nella produzione poetica della Grecia antica. Viene messo in evidenza il passaggio dalla poesia eroica, che inneggia principalmente alla virtù intesa come valore militare e difesa della patria anche con il sacrificio della vita e nella quale domina la presenza inesorabile della morte, ad una poesia meno eroica che canta i valori più borghesi della polis. Anche l’ottica misogina dell’epoca viene evidenziata in vari poeti, soprattutto diretta a denigrare la donna che nella vecchiaia, perdendo la bellezza, non serve più a nulla, venendo essa considerata dai maschi solo o principalmente dal punto di vista sessuale e riproduttivo, ottica che, aggiungiamo, per quanto antica risulta più che mai presente ancora oggi, nell’epoca attuale, dove la conservazione della bellezza della primissima giovinezza femminile resta il principale dovere di una donna secondo il punto di vista dei maschi e del suo successo nella società. Emblematici sono i due tremendi versi ascritti ad Ipponatte (Efeso, VI secolo a.C.) e tradotti da Emiliano Sarti: “Due giorni sono i più dolci con una donna: / quando la sposi e quando la porti via morta” (31), versi che anche senza contesto ulteriore non possono che essere interpretati come scaturenti da un ambito psicologico maschile del tutto inutilmente impostato ad un gratuito disprezzo della donna.”
Rita Mascialino
“La fotografia d’arte di Alberto Quoco donata al Premio Franz Kafka Italia ® 2011 ritrae un albero apparentemente privo ormai di foglie, a tronco basso e crescita verso l’alto, con chioma di foglie che si immagina più volta in verticale che in orizzontale, più lunga che larga, radicato su prato erboso e visibile su sfondo scuro – vedi sopra –, il quale mostra in dettaglio l’intelaiatura dei rami portanti e dei rami che da essi si sono appunto diramati. Immediata è l’associazione spaziale con la crescita dendritica del neurone. Un albero che è simbolo della vita mentale e materiale che assorbe la linfa dal sottosuolo e si manifesta poi in superficie in tutte le più variegate forme, non eterne, ma stagionali, un albero che come simbolo del cervello umano è simbolo della sua potenzialità cognitiva espressa dalle e nelle sue ramificazioni corrispondenti ad associazioni nuove, a nuove forme di comprensione e alle emozioni che esse suscitano.”
Rita Mascialino
Claudio Zaninotto è nato a Garlasco dove risiede. È laureato in Sociologia (Urbino), in Scienze della Comunicazione (Perugia), in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali (Roma). Ha scritto diversi saggi e articoli. Ha conseguito numerosissimi primi premi e di altra qualificazione.
“Il saggio di Claudio Zaninotto Quando due elefanti litigano è l’erba che ci va di mezzo (Brescia: Associazione Amici di Lino Poisa/I Rotari Club Bresciani: Prefazione del Presidente del Sud Africa, 2011), Premio Speciale Franz Kafka Italia ® 2011, è una narrazione di taglio socio-storico-antropologico delle vicende che hanno interessato il Sud Sudan soprattutto nella seconda parte del Novecento, anche se non solo. In particolar modo viene descritta l’etnia dei dinka, l’antichissima popolazione maggioritaria del Paese. I loro antichi ed anche arcaici costumi sono presentati nella loro realtà contrastante con il livello esistenziale dei popoli occidentali ed anche con la loro recente indipendenza come Stato Africano, indipendenza che ovviamente non ha cancellato in un solo colpo magico gli arcaici modi di vivere, ma che comunque è un passo avanti importante verso un’uscita dignitosa dagli stessi.”
Rita Mascialino
Ada Renza Modotti è nata a Udine, dove risiede. Ha alle spalle diverse mostre collettive e personali in varie città nazionali.
“Il dipinto ad olio Il fiore del melo di Ada Renza Modotti donato al Premio Franz Kafka Italia ® 2011 ritrae tre bianche e tenere fioriture del melo. Sia lo sfondo che le foglie dei sottili rametti sono di colore tenue, come se l’artista avesse avuto timore di sciupare il biancore dei petali frapponendolo a colori in violento contrasto e avesse posto al contrario i fiori del melo in mezzo a piumini per ciprie fini, ad incipriare i fiori stessi, ad esaltare la necessità di curare con la dovuta delicatezza la vita in boccio e fiorente. Contrassegno immancabile dell’arte pittorica di Ada Renza Modotti è la costante delicatezza della pennellata, che esprime la sua altrettanto delicata personalità d’artista, la sua delicata visione del mondo oltremodo rispettosa della vita, visione che essa riproduce creando mondi in cui la vita mostra sì tutta la sua sfolgorante bellezza, ma evidenzi nel contempo come la vita vada tutelata nelle varie fasi della sua fioritura.”
Rita Mascialino
IMMAGINE ASSENTE Roberto Cavallo
Roberto Cavallo è nato a Torino e risiede ad Alba. Laureato in Agraria, è tra i fondatori di E.R.I.C.A., società cooperativa attiva nel campo della comunicazione ambientale, di cui è presidente, è anche presidente tra l’altro di AICA, Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale. Ha pubblicato diverse ricerche e collabora a diverse trasmissioni televisive. È anche scrittore.
“Il saggio di Roberto Cavallo Meno 100 chili – Ricette per la dieta della nostra pattumiera (Milano: Edizioni Ambiente, 2011), Premio Speciale Franz Kafka Italia ® 2011, non è solo un utilissimo vademecum per il cittadino che vuole essere informato sull’ecologia nel proprio Paese e nel mondo, in primo luogo sullo smaltimento dell’immondizia secondo le varie materie e confezioni sintetiche in cui è messa sul mercato la più varia merce. Non è solo questo, è un testo culturale che fornisce dati tecnici frammisti a tante interessanti notazioni di varia cultura sulle tradizioni del passato in fatto di rifiuti e di ecologia. Un testo scritto in modo del tutto accattivante e che tiene desto il vivo interesse del lettore che viene informato in modo piacevole su tanti dati tecnici che altrimenti espressi potrebbero annoiare e che al contrario invitano ad una lettura continuata.”
Rita Mascialino