2020 INTERVISTA di Rita Mascialino al Giornalista e Scrittore CLAUDIO PINA

A causa del Coronavirus le INTERVISTE, programmate in presenza con video su YouTube in seno al ‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA ®’ , sono diventate Interviste scritte, senza lo scambio di idee che ci sarebbe stato in presenza, ma aventi comunque al centro l’Autore con il suo mondo di idee.

Intervista di Rita Mascialino al Giornalista e Scrittore Claudio Pina.

Immagine del Giornalista e Scrittore Claudio Pina, 2020.

 

 

 

 

 

 

 

1.Domanda di Rita Mascialino

 1.Dal Suo imponente curriculum professionale emerge come la Sua attività sia incentrata attorno al perno unificatore della divulgazione della cultura, termine inteso in senso stretto e più ampio e ambito per il quale ha conseguito il Premio Franz Kafka Italia ® alla Cultura X Ed. Tale divulgazione, che deve essere fiore all’occhiello dei Paesi democratici, tuttavia non sempre lo è. Secondo Lei in qualità di giornalista attento osservatore  della realtà delle varie culture, come si può distinguere in un Paese democratico una divulgazione culturale seria e vera da una divulgazione culturale apparente?

1.Risposta del Giornalista e Scrittore Claudio Pina

E’ una domanda molto interessante e  impegnativa . Una divulgazione culturale  “non apparente” si riesce a fare bene tanto più  il divulgatore è libero da influenze politiche e commerciali . Non dico in senso assoluto altrimenti forse sarebbe un’attività asettica e insapore, certamente l’equazione personale ci deve essere e non può non contenere  dei sapori di posizionamento politico, religioso, sociale. Ma divulgare non è fare propaganda, e questo è il punto. La vera divulgazione culturale non deve esser promozione, mai. Si ricerca, si confronta, si danno  informazioni lasciando il singolo fruitore libero di trarre le proprie conclusioni. Divulgare per rendere liberi.

 

 

 

 

 

 

 

 

2.Domanda di Rita Mascialino

Nella sua opera di divulgatore culturale Lei si è occupato, tra l’altro, di far conoscere attraverso importanti reportage giornalistici popoli noti e meno noti all’Occidente. Quali sono viste in profondità differenze importanti tra gli usi mentali ad esempio del popolo americano, ambito in cui ha conseguito il Premio Internazionale Hilton Conrad Awards, e gli usi mentali di popoli che appaiono diversi da quelli dell’uomo occidentale, statunitense in particolare?

 

2.Risposta del Giornalista e Scrittore Claudio Pina

Si pensa che per conoscere un paese diverso dal nostro si debba passare mesi in istituti di ricerca, università, conseguire lauree, vero certo, non c’è limite alla profondità del sapere , ma qui parlo da cronista. La vera scuola per capire un paese è stare nelle strade, fare la spesa, abitare nelle case invece degli alberghi, cucinare e mangiare i cibi e seguire le ricette locali, stare con la gente del posto per capire, imparare, confrontare e discutere scelte  di vita. E questo mi ha portato a poter dire qualcosa dell’India piuttosto che della Tunisia o del nord Europa. Ma anche qui come parlare di un intero paese? Forse è già tanto parlare di una regione, di un luogo, di una città… cosi come è stato per me: dell’India ho parlato del fiabesco Rajasthan, della Tunisia della dolce Djerba, del Canada dei distretti dei laghi del nord, e cosi via. Riguardo agli Stati Uniti, ho avuto la fortuna come giornalista del Reader’s Digest di frequentare le convention editoriali della mitica Casa Editrice nonché di conoscere le realtà locali, tanto differenti tra loro per via di quel “melting pot” che sta alla origine della formazione del paese. E quel fantasmagorico Pow How, la esuberante fiera del turismo che mi ha portato a avvicinare i pellerossa del New Mexico e la loro artistica  artigianalità con gli argenti e ametiste, per dirne una. In riferimento al premio Conrad posso dire che anche qui si tratta di un aspetto particolare del paese, una affascinaste pietruzza di quel ricco mosaico che sono gli Stati Uniti: il turismo di lusso di Miami, i grandi alberghi che hanno scritto pagine della storia di divi e presidenti accogliendoli sempre all’apice dei loro successi. Ma anche qui splendide contaminazioni storiche e culturali, e nelle brume, ecco l’ombra della vicina Cuba con tutte le sue implicazioni storico politiche. Insomma quello che voglio dire è che niente è autonomo e staccato dal resto, certo chi viaggia con umiltà sarà premiato perché scoprirà cose che solo chi non viaggia da colonizzatore potrà capire. Dai miei viaggi sono nati reportage per riviste come Selezione, Storia Illustrata, Panorama, Touring, ma anche libri illustrati e di racconti. Se si ha poi l’occasione di avere compagni di viaggio come fotografi del calibro di Franco Rho o di Guido Alberto Rossi o scrittori come Carlo Castellaneta o Claudio Sabelli qualcosa di più si impara e si capisce. E lo si comunica con testi, interviste, immagini… insomma emozioni. 

 

 

 

 

 

 

 

 

3.Domanda di Rita Mascialino

Lei ha realizzato tanti importanti set concept fotografici oltre a tanti reportage fotografici. Vorrebbe dirci che cosa mira ad esprimere in profondità nei Suoi servizi fotografici, ossia che tipo di visione vuole dare in quanto presenta fotograficamente parlando?

 

3.Risposta del Giornalista e Scrittore Claudio Pina

Ogni giornalista fotografo ha dei modelli culturali acquisiti man mano un po’ sul campo e un po’ frequentando redazioni e professionisti . Io ho avuto in parte una formazione in studio, dal design, alla moda, al food e le magia delle luci sul set, in mano a grossi professionisti, mi ha sempre affascinato . Ma in parte ho avuto anche una formazione on the road (inutile nascondere che Kerouac è stato un mio mito ) il che mi ha insegnato l’altro volto della fotografia, quello dei riflessi pronti a cogliere l’attimo, una certa luce, un personaggio o animale o situazione fuggevole da fermate al volo. Qui il set è il mondo. Quindi sono portato a dire che ho sempre cercato di esprimere il momento non fine a se stesso ma come rappresentazione e di una lunga storia umana, di eventi, di speranze, di natura, che possa essere declinata anche da ciascuno di noi, anche ad uso personale, insomma un seme da piantare sul balcone di casa per ricordare e capire, per far cresce una nostra personale pianticella, testimonianza di vita.

4.Domanda di Rita Mascialino

Parallelamente alla Sua attività di Direttore Responsabile e Direttore Editoriale dell’Edizione Italiana della Testata Nazionale ‘Selezione dal Reader’s Digest, nonché di Direttore dei ‘Grandi Libri Illustrati’, di curatore del ‘Dizionario dei Luoghi Storici’ e tanto tanto altro, Lei non ha trascurato neppure l’ambito delle credenze popolari, magiche come quelle a monte della presenza dei Tarocchi, le misteriose carte con cui i maghi prevedono il futuro, interpretando per altro Lei stesso anche alcuni personaggi delle carte. Che cosa L’ha colpita  in particolare di questo mondo magico?

 

4.Risposta del Giornalista e Scrittore Claudio Pina

La magia della vita, la magia del mondo. Senza esagerare mai, sono convinto che troviamo tracce forti nella storia e nell’arte di queste forze, nelle credenze popolari e magiche. Ogni luogo ha le sue testimonianze. Dai santoni, agli eremiti alle streghe, testimonianze sia religiose che pagane .Certo grande  fortuna per me  aver potuto lavorare ad opere di una editoria di grande respiro come per “Mistero e Realtà –  l’almanacco del soprannaturale  nei secoli” del Reader’s Digest e con persone capaci di cercare i significati più reconditi come il Maestro Luigi Gattinara, il grande artista fotografo che si era accinto a una delle sue opere più impegnative, quella di trasformare le Carte dei Tarocchi in immagini per farne una grande mostra. Purtroppo non ha potuto arrivare alla fine, ma io sono ben felice di aver potuto lavorare con lui con una mia interpretazione, da lui voluta e costruita, della simbolica figura del Papa.  Che ho avuto la gioia, anche in memoria del Maestro, di vedere esposta in una importante mostra commemorativa a Milano.

 

5.Quali sono i Suoi prossimi progetti culturali?

 

5.Risposta del Giornalista e Scrittore Claudio Pina

 Ora facciamo un grande salto in avanti. Da qualche anno mi sto occupando di editoria digitale, e pur restando sempre un grande innamorato delle carta, devo ammettere che vedo nel digitale il futuro. Ho cominciato a fare ebook, libri elettronici che oggi sono multimediali cioè contengono oltre al testo, anche sonori, filmati, interviste,  balli e canti, strumento ideale per far libri turistici come già si fa con il Gist il gruppo italiano stampa turistica, di cui sono consigliere. Ma lo sviluppo cammina grazie anche alla avanguardia tecnologica per esempio della Simonelli Editore che sta preparando anche audiolibri e videolibri di cultura e arte. Un vero cammino nuovo molto interessante. Quindi i miei prossimi progetti di divulgazione culturale saranno in questo campo, cavalcando tutte le nuove tecnologie, i nuovi supporti, le nuove piattaforme internazionali per conoscere e far conoscere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Termina qui l’Intervista di Rita Mascialino al Giornalista e Scrittore CLAUDIO PINA.

Con il ringraziamento a CLAUDIO PINA  da parte del ‘PREMIO FRANZ KAFKA ITALIA®’ e del Comitato del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’!

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